Cosa sto pensando? Cosa sto sentendo? Quali sono le mie emozioni in questo istante? Posso sentirle nel corpo? Posso essere pace anziché quello che sto sentendo, pensando? Guardo la mia realtà di questo momento della mia esistenza, di questa parentesi nelle infinite vicissitudini del mio essere e vedo qualcuno o qualcosa cui sto resistendo, che non voglio sperimentare. Vedo una persona che voglio evitare, una decisione che non voglio prendere, una strada che si sta aprendo ma che ho paura di percorrere, vedo tutto ciò che temo davanti a me e sento ciò che mi fa provare al livello delle emozioni, sentendole nel mio corpo e non nella mente. Posso essere pace anziché ciò che sto provando?
Vedo davanti a me l’immagine di ciò che desidero, di ciò che mi manca. Sento l’amaro sapore del “bisogno”. Decido di non resistere ad alcuna sensazione ed emozione interna e di sperimentare il dolore che questa mancanza mi provoca. Posso essere pace anziché questo? Posso lasciar andare questo attaccamento, questo bisogno? E se non ci riesco, se non voglio separarmene, posso amarmi nonostante non ci stia riuscendo? Posso smetterla di resistere a ciò che sono?
Vedo i miei difetti, le mie mancanze e le mie imperfezioni. Vedo i miei disperati tentativi di migliorare me stesso. Ora so che tutto questo è il prodotto della sfocatura*, e che non cambierà se non riesco ad amarlo e a smettere di combatterlo. Posso amare me stesso e tutta la mia sfocatura senza volerla cambiare, ed essere pace?
Vedo davanti a me l’immagine dei miei passati, belli o brutti. Percepisco il dolore dell’attaccamento, la sensazione che qualcosa sia finito e sento in me la paura che tutto prima o poi possa finire. Posso lasciar andare il mio passato ed essere pace?
Mi accorgo di quanto rancore, rabbia e odio ancora conservo per chi mi ha fatto del male o per chi credo sia stato il mio persecutore. Vedo quanto la sofferenza del passato sia diventata il mio baluardo, il mio distintivo, il vestito elegante che sfodero in ogni situazione sociale. Vedo quanto presente mi perdo per l’attaccamento alla mia storia personale e ai miei idoli di dolore. Posso lasciar andare tutto questo ed essere pace, ora, in questo preciso istante? Posso smetterla di guardare indietro credendo che quel passato esista ancora? Posso smetterla di identificarmi con ciò che è stato ed essere pace anziché questo?
Guardo tutte le mie opinioni, i miei giudizi, i miei tentativi di sentirmi superiore, esclusivo, migliore. Guardo tutte le azioni che ho compiuto nel tentativo di manipolare a mio vantaggio, screditare altri, sedurre; tutto ciò che ho fatto per accaparrarmi energia altrui che credevo mi spettasse. Sento quanto misero questo mi abbia fatto sentire: posso essere pace anziché questo?
Guardo tutti i miei “devo”: posso lasciarli andare ed essere pace?
Guardo tutte le mie ambizioni: posso lasciarle andare ed essere pace?
Guardo tutti i momenti nel futuro cui delego la mia felicità: posso lasciarli andare ed essere pace?
Mi siedo, in quiete, e guardo ogni pensiero, emozione o sensazione sorgere e svanire nella pace. Raggiungo il punto di pace semplicemente smettendo di resistere a ciò che è.
Ora, dal punto di pace, mi ricordo del mio sogno, dello scopo che mi sono prefisso.
Percepisco l’importanza che gli ho dato, la sento nel corpo come una spinta ad agire e un impulso irrefrenabile. Posso lasciar andare ogni goccia di importanza che do al mio sogno? Sento quanto questo scopo mi rappresenti e tutta la mia identificazione con esso, e mi ricordo che tutta l’identificazione è frutto della sfocatura. Posso essere pace anziché identificarmi con il mio scopo?
Vedo il dolore che mi provocherebbe il fallimento del mio scopo, assaporo la delusione delle mie aspettative e sento quanto questo mi renderebbe infelice. Posso essere pace e lasciar andare la mia infelicità? Posso vivere in pace sapendo che il mio scopo potrebbe non realizzarsi mai? Posso continuare a fare il massimo che posso pur sapendo che potrebbe non avverarsi mai, ed essere pace?
Qualsiasi cosa io stia pensando ora, posso essere pace anziché questo? Qualsiasi emozione io stia provando ora, posso essere pace anziché questo?
*SFOCATURA – Ognuno guarda la realtà attraverso le proprie lenti, e ogni pretesa di esattezza e oggettività è quantomeno imprudente… La sfocatura è costituita da tutte le storture, i difetti, le fissazioni, le nevrosi, gli attaccamenti, le avversioni, le abitudine e le tendenze, le paure e gli amori, tutto quello che chiamiamo “IO” e che oltre a definirci e identificarci, solidifica la realtà esteriore nel presente che un mago errante sta sperimentando.
Tratto da “ISTRUZIONI PER MAGHI ERRANTI” di Andrea Panatta